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Commenti al testo di Alvaro Fiorucci
Shoa

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 Graced - 28/01/2018 08:49:00 [ leggi altri commenti di Graced » ]

E quell’uomo, quel fanciullo prelevato e trasportato in luogo di pena, di dolore e d’annientamento per convinzioni di razzismo e di supervalutazione della razza dominante all’epoca, che, mise in ginocchio tutta l’Europa, portando lutti e dolore a gente a cui furono cancellati tutti i diritti, anche quello della vita, dev’essere da monito a ricordare l’orrore che ci fu, in modo che tutto ciò non si possa ripetere mai più, anche se venti di razzismo stanno alimentando nuovamente fiamme nel Vecchio Continente che mettono in allarme per un de ja vu devastante. Versi che ho molto apprezzato. Cordiali saluti da
Graced

 Arcangelo Galante - 27/01/2018 21:21:00 [ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]

La pubblicazione, con l’intenzionale ripetizione soggettiva, m’appare come una mesta riflessione, assolutamente commovente.
Il cuore, leggendo queste righe, viene assalito da forti palpiti, meritevoli di nota, sia per il valore emblematico di un sì tale struggente e agghiacciante ricordo, sia perché fanno ritornare alle mente storie dei nostri avi, che, quel periodo, certamente, lo hanno vissuto, non in modo tranquillo.
Una prosa intensamente toccante, su di una riflessione tematica, che suscita, ancora oggi, sdegno e spinosa sofferenza per quanti hanno vissuto una siffatta disumana esperienza.
Opera didascalica, da far leggere anche negli ambienti scolastici.
Cordialmente, saluto!

 Franca Colozzo - 27/01/2018 19:04:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

La ripetizione: "E’ un uomo" serve a rafforzare la condizione assurda in cui si è trovata l’umanità in quel doloroso momento della nostra storia che speriamo non si ripeta più.
Oggi che venti del razzismo soffiano nuovamente in Europa, bisogna rinfocolare il ricordo di tanta devastazione affinché la storia non si ripeta.
Ho voluto dare anch’io dare il mio piccolo contributo al Giorno della Memoria, per me particolarmente significativo per aver ricevuto l’onorificenza (medaglia alla memoria) per mio padre, internato nei campi di concentramento nazisti.
Dobbiamo fare in modo che quell’uomo, quel fanciullo dallo sguardo spaurito, riviva sempre tra noi come monito per le generazioni future, che quel dramma per fortuna non hanno conosciuto.